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Andrea Santangelo Storico Militare

Autore, storico, divulgatore

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Andrea Santangelo

Un po' di storia

Laureato in storia Antica a Bologna, ho lavorato come archeologo per una decina d'anni, editor e direttore editoriale per case editrici specializzate in libri fotografici e storici. Appassionato di storia militare ho al mio attivo una ventina di pubblicazioni e ho perso ormai il conto degli articoli. Mi piace il buon vino e chiacchierare di Storia e di storie.

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La caduta dell'impero fascista

20 agosto 2020

Saggio storico su uno specifico aspetto della seconda guerra mondiale: lo scontro in Africa Orientale italiana tra le forze dell’impero britannico e l’esercito italiano. In un anno e mezzo le truppe britanniche ebbero ragione della debole resistenza italiana. Così ebbe termine l’effimero impero fascista proclamato in pompa magna appena pochi anni prima, nel 1936. Il volume, di facile lettura, è adatto a un pubblico generico di appassionati di storia. Sull’argomento al momento non esistono altri titoli, la maggior parte dei volumi si concentra sulla guerra in Nord Africa (Rommel, El Alamein e simili) o sulla conquista coloniale dell’Etiopia ma esiste pochissimo nello specifico sulla guerra anglo-italiana in Africa Orientale.

http://www.21editore.it/

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La Battaglia di El Alamein

3 luglio 2020

Nel 1942 l'avanzata in Egitto delle forze tedesche e italiane comandate dal generale Rommel viene fermata dagli inglesi in una sperduta località del deserto egiziano. La vittoria inglese impedisce all'Asse di impadronirsi del Canale di Suez, primaria rotta logistica dell'Impero britannico, e di arrivare ai pozzi di petrolio del Medio Oriente. Da quel momento, l'iniziativa strategica sarà tutta nelle mani degli Alleati, che passeranno di vittoria in vittoria sino alla caduta dei regimi fascista e nazista.  Ricostruita giorno dopo giorno, la storia di una battaglia leggendaria che fu il punto di svolta della seconda guerra mondiale.

https://www.mulino.it/

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Ninnananna per gli aguzzini

23 gennaio 2020

Vincere per sbaglio un concorso da vigile urbano e ritrovarsi un cadavere per le mani e i giornalisti sotto casa: e sì che Marco Pellegrini voleva diventare professore di storia antica. Invece eccolo qui, tornato senza gloria al paesello natio sull’Appennino tosco-romagnolo, Monteperso (una manciata di anime, età media centoventi anni), infilato alla bell’e meglio in una divisa e impegnato in ben due lavori: poliziotto-tuttofare della zona e badante di nonno Gualtiero, ottantenne che dedica le sue giornate alla ricerca di cimeli della Linea gotica assieme al suo bastardissimo cane Patton. Una vita tranquilla, se si esclude lo squilibrio ormonale causato dagli incontri con la sindaca Amati e con la marescialla Mastrocuoco, ma non per molto. Quando viene trovato morto l’albergatore Fabrizio Gironi, che ospitava un gruppo di migranti, Monteperso entra nelle cronache nazionali e Marco entra nel caos. Ronde neonaziste, zuffe fra immigrati, festini in uniforme, uno scrittore famoso che si nasconde in una villa... forse quello che tutti davvero cercano è la fantomatica Caverna segreta che nasconde i resti di un intero comando delle SS? Il primo giallo di Lia Celi e Andrea Santangelo è una commedia di paese satirica e di inquietante attualità. E Marco Pellegrini, affascinante quanto imbranato «giovane d’oggi», è solo all’inizio della sua carriera di implacabile giustiziere della sosta vietata e risolutore accidentale di casi internazionali.

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Generali e battaglie della linea gotica

13 settembre 2019

Troppo spesso scrivendo di guerra ci si dimentica degli uomini che l'hanno combattuta per lasciare spazio ad armi, tattiche e strategie. Il francese Roland Dorgelés scrisse una volta "Io odio la guerra, ma amo coloro che l'hanno fatta". Lebattaglie sono infatti il racconto collettivo di migliaia di vite, molte interrottesi per sempre nel luogo dello scontro. Posti vicini a casa che vediamo ogni giorno con occhio distratto, racchiudono storie di uomini e donne che hanno avuto a chefare con il flagello della guerra. Il ricordo di queste persone e delle loro azioni in guerra deve essere obiettivo prioritario dello storico militare. Attraverso le biografie di generali e comandanti e con la narrazione delle più importanti battagliedella Linea Gotica questo libro ricostruisce la grande e sanguinosa storia della guerra in Italia nel biennio 1944-1945.

http://www.bookstones.it/

generali e battaglie della linea gotica.
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Le due vite di Lucrezia Borgia
La cattiva ragazza che andò in Paradiso

20 aprile 2019

Il 19 giugno 1503 il giovane letterato e futuro padre nobile della lingua italiana Pietro Bembo manda all’amata segreta, moglie di Alfonso d’Este, una sfera di cristallo, perché lei possa sognare il suo viso e placare la nostalgia. Tre secoli dopo, George Gordon Byron scartabellando nell’epistolario del Bembo trova, tra questa e altre lettere appassionate, la sacra reliquia di una ciocca bionda di quella donna; ne trafuga emozionato un solo capello per l’amico poeta Leigh Hunt, che dirà «Invidiateci, perché noi abbiamo potuto toccare la chioma della divina Lucrezia».
Ma chi era davvero Lucrezia Borgia, che suscitava nei poeti un’ammirazione secolare? Oggi è difficile riconoscerla in questi tratti angelicati, com’è difficile dar retta alle cronache coeve, dove era moglie e madre provetta, protettrice dei poveri e luminosa ispiratrice di letterati e artisti. A che altezza della Storia questo ritratto di virtù si è corrotto nella mantide venefica e lussuriosa che conosciamo, degna compare del fratello Cesare, il famigerato Valentino?
Una cosa è certa: per diventare un mito immortale, per fornire spunti ad Ariosto e Dumas, a Hugo e Dario Fo, per inchiodare il pubblico alla poltrona tanto in un melodramma di Donizetti quanto in una teoria infinita di film e serie tv, non basta avere i capelli più celebrati del Rinascimento, ci vogliono il carisma di una diva e la tempra di un condottiero.
Lia Celi e Andrea Santangelo sperimentano sulla dark lady dei Borgia l’acume storico e la verve con cui hanno raccontato Caterina de’ Medici e Giacomo Casanova. Fra citazioni pop e impeccabili fonti storiografiche, fra gossip d’epoca e ricostruzioni alla CSI, Le due vite di Lucrezia Borgia traccia la straordinaria parabola di una donna irregolare fin dalla nascita bella e contesa come l’Italia del suo tempo, opportunista e ingegnosa, santa e femme fatale. E i veleni? Ci sono, ci sono. D’altra parte già all’epoca si diceva: «Sai qual è l’unica frase che non sentirai mai dire a Roma? “Ieri sera sono stato a cena dai Borgia”».

https://www.utetlibri.it/libri/le-due-vite-di-lucrezia-borgia/



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"Ogni segreto dell'anima di uno scrittore, ogni esperienza della sua vita, ogni qualità della sua mente è scritto in grande nelle sue opere"

Virginia Woolf

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Andando indietro nel tempo...

Pronti da leggere

L'Italia va alla guerra
Longanesi

Che cos’è la guerra? Qual è il mistero che la lega così indissolubilmente alla storia del nostro paese? Come abbiamo fatto a dimenticare che è stata proprio la guerra l’elemento che ha contribuito, nel corso di settanta secoli, a creare quel melting pot chiamato Italia?
Con uno sguardo attento ai dati della ricerca archeologica e militare, Andrea Santangelo ci accompagna in un viaggio avventuroso e affascinante che comincia dalla preistoria e giunge fino ai nostri giorni. Dall’età della pietra agli antichi romani, che con le armi hanno dominato il mondo per secoli, fino alla moltitudine di popoli che si sono mossi alla conquista del nostro territorio, possiamo intravvedere un’eredità «bellica» che ha plasmato la concezione dello Stato, il rapporto tra cittadini e istituzioni, alcune delle nostre stesse abitudini quotidiane. E poi fortificazioni, cinte murarie, torri d’avvistamento, strade, piazze, monumenti: il paesaggio italiano richiama un passato fatto di battaglie, lotte dinastiche, ruberie e saccheggi.
La ricognizione storica di Santangelo mostra anche il ruolo centrale dell’Italia nell’evoluzione delle armi: dalle rudimentali pietre appuntite del Neolitico alle mitiche legioni romane, al primo archibugio, che sostituì arco e balestra, e fece tramontare l’epoca dei cavalieri medievali, fino all’introduzione delle armi moderne. Un libro che racconta i risvolti più curiosi e inesplorati di un passato troppo spesso dimenticato dalle ultime generazioni vissute sempre in tempo di pace.

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Cesare Borgia. Le campagne militari del cardinale che divenne principe

Figlio di Rodrigo Borja y Borja (Borgia), il futuro papa Alessandro VI, Cesare, assunto il cappello cardinalizio nel 1493 all'età di 18 anni circa, smetterà l'abito talare per il desiderio di fama e gloria terrena e per la brama di un principato italiano, quello di Romagna, sottraendolo così alle mire annessionistiche di Spagna e Francia. Noto a tutti per i suoi eccessi, sarà la gloria militare a consegnarlo alla storia. Se la sua spregiudicatezza politica è famosa, meno conosciute sono le sue capacità di stratega e le innovazioni introdotte nelle campagne militari delle guerre d'Italia. L'epopea del Valentino come condottiero apre la strada al periodo della grande «rivoluzione militare» del Cinquecento che sancisce la nascita della guerra moderna.

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Eccentrici in Guerra

Eccentrici in guerra
Storie e personaggi stravaganti della seconda guerra mondiale
Il generale Charles Orde Wingate è noto alla storiografia militare come il teorico della “guerriglia”, capace di rivoluzionare con un’intuizione la strategia bellica britannica in piena seconda guerra mondiale. Ma quel che non tutti sanno è che al suo genio militare si accompagnava una personalità bizzarra: oltre a portare al polso una grossa sveglia al posto dell’orologio, era detestato dai colleghi ufficiali perché si lavava poco, mangiava grandi quantità di cipolle e li riceveva nella sua tenda il più delle volte nudo, coperto solo dalla sua amata Bibbia e dall’inseparabile casco coloniale.
L’ultima grande guerra del Novecento è stata una lunga epopea fatta di tragedie e di battaglie, di gloriosi comandanti e imprese eroiche, di soldati temerari che si sono immolati per il loro paese, di fini strateghi e abili combattenti. Ma a voler scandagliare con cura i libri e i documenti, si scopre tutta una schiera di soldati che fecero dell’eccentricità la loro uniforme: generali, spie, partigiani, uomini e donne che si distinsero per il loro carattere e le loro abitudini curiose, indizi rivelatori di un’attitudine spiccata al pensiero laterale. Perché forse solo chi è fuori dagli schemi riesce davvero a sorprendere l’avversario.
Andrea Santangelo, profondo conoscitore della storia militare, ci porta con sé sui principali campi di battaglia squadernandoci davanti un ricco patrimonio di storie: leggiamo così del colonnello che provò a resistere alle bombe tedesche imbracciando una cornamusa; delle molte donne che nonostante i pregiudizi dell’epoca raggiunsero incarichi pericolosi, guidando squadriglie di aerei o distinguendosi come cecchini implacabili; del colonnello della Wehrmacht che combatteva il caldo in kilt, del generale cowboy che credeva nella reincarnazione e di molti altri personaggi, valorosi compagni di armi nel variopinto esercito degli eccentrici.

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Casanova per Giovani Italiani

Casanova per giovani italiani
Un italiano in fuga dal suo paese, ingegnoso e versatile ma povero di risorse che non siano il proprio talento. Un Ulisse dalle multiformi capacità e dai mille lavori, nato a Venezia da un ballerino scappato di casa e da un’attrice dalla personalità forte e indipendente, approdato poi a Roma, Lione, Londra, Mosca, grazie a coraggio, curiosità inarrestabile e al magnetismo della sua intelligenza.
Questo è Giacomo Casanova, antesignano perfetto della generazione cresciuta tra Erasmus e Interrail, raccontato da Lia Celi e Andrea Santangelo, con la consueta verve narrativa, abbinata a rigore storico, erudizione e padronanza delle fonti. I due autori ripercorrono tutte le tappe di una vita straordinaria da cui emerge non solo il fascino del grande seduttore ma anche e soprattutto il carisma di un personaggio che può essere preso a modello da tutti gli italiani che vogliono sfruttare in modo attento e spregiudicato i propri talenti.
In questa biografia vivace e inconsueta Giacomo Casanova è un vero e proprio “social network umano”, un nomade che viaggia per l’Europa sullo sfondo di un secolo ricco di contraddizioni come il Settecento, lasciandosi indietro amori, intrighi, duelli, evasioni rocambolesche, persecuzioni e incontri straordinari – da Goldoni a Cagliostro, da Caterina di Russia a Voltaire.
Un Casanova per “millenials” senza patria né patrimonio ma ricco d’ingegno, in grado di farsi strada nelle più importanti corti europee e dotato di una personalità in cui si riflettono gran parte delle caleidoscopiche caratteristiche di un’umanità che, al netto dei tricorni e dei finti nei, assomiglia incredibilmente alla nostra.

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Le Armi del Diavolo

Le armi del diavolo
Anatomia di una battaglia: Pavia, 24 febbraio 1525
Pavia, 24 febbraio 1525. Nell’arco di poco più di una notte, si consuma una battaglia che segna una svolta fondamentale nel conflitto tra Francia e Sacro Romano Impero, determinando il passaggio del Nord Italia sotto l’influenza spagnola. Protagoniste di questo scontro epocale sono “le armi del diavolo”: archibugi e moschetti la cui efficacia, al tempo, era ancora messa in discussione, ma che resero senza dubbio la battaglia di Pavia uno dei fatti d’arme dagli esiti più sorprendenti di sempre. A raccontare questo momento cruciale per la storia d’Italia e dell’Occidente, sei punti di vista diversi: un bellicoso cavaliere scozzese che non vede l’ora di unirsi all’esercito del re di Francia Francesco I; un soldato spagnolo innamorato del suo moschetto e delle meraviglie del Nuovo Mondo; uno scagnozzo italiano, spiccio e versatile uomo di fiducia di Giovanni dalle Bande Nere; una nobildonna in declino trincerata nel suo elegante palazzo nel cuore della città assediata; un ingegnoso ferrarese, maestro nell’arte dell’artiglieria, che realizza cannoni miscelando sapienza tecnica, filosofie e superstizioni; perfino una vivandiera, indomita lanzichenecca capace di battersi con più eroismo di un uomo. I sei personaggi – ricostruiti dagli storici Marco Scardigli e Andrea Santangelo a partire da diari, corrispondenze e altre fonti del tempo – permettono al lettore moderno di scoprire, oltre alle dinamiche della guerra, anche le sensazioni, i valori e i progetti di uomini e donne comuni che parteciparono a quell’evento campale. Sei piccole storie che, accostate, disegnano la storia più grande di una battaglia che decise per due secoli almeno il destino dell’Europa.

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Caterina la Magnifica
Vita straordinaria di una geniale innovatrice

Nome: Caterina. Cognome: de’ Medici. Nazionalità: italiana. Parentela: nipote di Lorenzo il Magnifico. Stato civile: vedova. Professione: regina di Francia. Segni particolari: veste sempre di nero, adora i gioielli, i carciofi, gli oroscopi e certi golosissimi dolcetti antenati dei nostri macarons. Indagata dagli storici per una lunga serie di crimini: corruzione, stregoneria, avvelenamento, strage. Attivamente ricercata da romanzieri e registi per fiction storiche a base di sangue e sesso. Latitante, soprattutto nella memoria degli italiani, che di lei non sanno praticamente nulla. Ha lasciato le sue impronte ovunque: nella cucina, nella moda, nell’arte, nella cultura. I gelati, le forchette, perfino le mutande e la moderna profumeria sono invenzioni che dobbiamo a lei.
Eppure in quasi cinque secoli nessuno è ancora riuscito a catturarla: Caterina de’ Medici riesce a sfuggire a ogni facile incasellamento e non si lascia imprigionare negli stereotipi. Ma i misteri di una grande protagonista del Rinascimento italiano ed europeo, nelle sue presunte efferatezze e raffinatezze estreme, hanno le ore contate. Due storici curiosi si sono messi sulle sue tracce e hanno ricostruito le peripezie di Caterina nel contesto di un secolo straordinario e terribile, il Cinquecento. E con questa biografia, tanto dotta quanto divertente, la consegnano al giudizio dei contemporanei.
Ai lettori il compito di decidere chi sia stata davvero Caterina la Magnifica – sovrana illuminata, madrina di grandi innovazioni e progresso, o spietata macchinatrice, degna erede degli intrighi perpetrati dai suoi parenti fiorentini – e se il più imperdonabile tra i suoi delitti non sia stato, forse, l’essere troppo avanti per la sua epoca.

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